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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL  21 /10/2011 - «La bicicletta doveva fermarsi» Assolta giovane automobilista
 

«La bicicletta doveva fermarsi» Assolta giovane automobilista
 


Graffignana Prosciolta, perché il fatto non costituisce reato, la giovane di Graffignana, oggi 24enne, che il 13 maggio di due anni fa alla guida di una Fiat Uno aveva travolto una 82enne in bicicletta, Felicita Burla, anche lei residente in paese, morta all’ospedale Maggiore di Lodi dopo una decina di giorni di agonia. Secondo il giudice dell’udienza preliminare Andrea Pirola, C.F., queste le iniziali della automobilista, aveva fatto il possibile per evitare l'incidente.Di diverso avviso era stata la procura della Repubblica, che aveva chiesto il rinvio a giudizio. «I parenti della vittima sono stati risarciti dall’assicurazione - spiega l’avvocato Francesco Locurcio di Milano, che ha difeso la conducente -, riguardo alla dinamica del drammatico incidente, era stato rilevato che l'auto si era fermata appena tre metri dopo il punto dell'impatto con la donna in bicicletta e che la velocità della vettura era di circa 40 chilometri orari. Inoltre c’era anche una siepe a non rendere agevole la visuale».L'auto arrivava da via Papa Giovanni XXIII, e secondo il consulente della procura non superava i 45 chilometri orari; la bicicletta, invece, da via Campari, dalla destra dell’auto, a circa 7 chilometri orari. Dal punto in cui l’automobilista avrebbe dovuto vedere l’anziana in bici avvicinarsi all’incrocio, a quando effettivamente la Fiat Uno aveva cominciato a frenare, erano però passati quattro secondi: due in più rispetto al tempo considerato standard per reagire a un pericolo improvviso.Proprio su questi due secondi si sarebbe potuto determinare il rinvio a giudizio. Ma la donna in bicicletta aveva il segnale di dare precedenza, e quindi immettendosi nell’incrocio non l’avrebbe rispettato, inoltre risulta stesse percorrendo via Campari tenendo la sinistra, il che, oltre a costituire una violazione al Codice della strada, l'ha avvicinata ulteriormente all’auto in arrivo. I due secondi nei quali la giovane al volante ha riflettuto se frenare o meno vanno quindi spiegati con l'aspettativa che l'anziana ciclista si fermasse allo stop. Resasi conto che ciò non sarebbe accaduto, la conducente ha frenato, ma prima che l’auto si bloccasse la ciclista era già stata caricata sul cofano e, piombando a terra, aveva subito un grave trauma cranico, con l’ematoma che l'ha poi uccisa.Carlo Catena

 

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